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27 Settembre 2019

DL Clima: no a tagli indiscriminati, sì a una vera politica per l’ambiente e per il trasporto sostenibile

DL Clima: no a tagli indiscriminati, sì a una vera politica per l’ambiente e per il trasporto sostenibile

"Il provvedimento proposto è drastico e socialmente inattuabile se si vuole salvaguardare da un lato la tenuta del tessuto economico-produttivo e dall'altro le entrate per le casse dello Stato". Questo il commento di Amleto Impaloni, direttore di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale rispetto alla bozza del cosiddetto decreto legge Clima, circolata nei giorni scorsi.

 

Secondo quanto ipotizzato nella bozza di decreto, si punterebbe infatti a cancellare le spese fiscali dannose per l’ambiente tra cui i sussidi fiscali ambientalmente dannosi quali i rimborsi accise per il gasolio da autotrazione. Il testo prevede la riduzione nella misura di almeno il 10% già a partire dal 2020 fino al progressivo annullamento entro il 2040.

 

“Tale impostazione non darebbe alcuna certezza di riduzione dell'inquinamento che si vuole perseguire nel medio periodo e costituirebbe una pesantissima riduzione degli incassi statali derivanti dalla tassazione sui carburanti” spiega Impaloni.

L'autotrasporto merci paga allo Stato italiano più di quanto riceve in termini di sussidi. L’Italia è al secondo posto nell’UE per il prezzo più alto del gasolio per autotrazione pagato dalle imprese: 1.245 euro per 1.000 litri al netto dell’Iva. Sull’elevato costo dei carburanti pesa la tassazione: l’Italia è al quarto posto nell’Ue per la maggiore tassazione sull’energia, con uno spread fiscale tra Italia ed Eurozona che vale 14,1 miliardi di euro. Anche in chiave ambientale, sulla base del principio ‘chi inquina paga’, la tassazione nel nostro Paese appare elevata: il prelievo fiscale per tonnellata di emissioni di CO2 in Italia supera del 19% la media dei principali 4 paesi dell’Eurozona (Italia, Germania, Spagna e Francia).

Il Governo dovrebbe prevedere un serio piano programmatico che permetta alle imprese di affrontare la transizione ecologica mantenendo competitività, redditività e dignità. Il principio base deve essere la rottamazione per demolizione obbligatoria del veicolo sostituito con un veicolo di ultima generazione meno inquinante” spiega Impaloni “Se si vuole veramente uno svecchiamento del parco e sostenere politiche antinquinamento è necessario prevedere un incentivo consistente  per la rottamazione dei veicoli che hanno un costo al nuovo intorno ai 150mila euro a mezzo, e che tenga conto anche della perdita economica del veicolo rottamato. Per tutto ciò all’autotrasporto occorre un piano di sostituzione dei veicoli pluriennale, con poche chiare e semplici regole che supportino le imprese negli investimenti tecnologici”.

Altro punto critico del provvedimento è quello che riguarda i contributi per la sostituzione di auto, previsti solo nelle città metropolitane. “In Piemonte solo Torino, quindi, escludendo altre 14 città fra cui Novara e Trecate - spiega Michele Giovanardi, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale -. In questo modo il ministro dimentica che vi sono altre 14 città nella nostra regione nelle quali è stato disposto il blocco della circolazione ai veicoli fino a Euro 4: Biella, Vercelli, Asti, Alessandria, Novara, Casale Monferrato, Bra, Carmagnola, Novi Ligure, Tortona, Chivasso, Trecate, Alba e Ivrea”.

“Per questo invitiamo il ministro a non dimenticare ‘l’altro Piemonte, che non è Torino’, evitando  discriminazioni fra cittadini e comunità”, conclude il presidente Giovanardi.