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18 Ottobre 2022

Nella bottega delle meraviglie di Antonella Ferrara: "Ogni gioiello è un incontro"

Nella bottega delle meraviglie di Antonella Ferrara: "Ogni gioiello è un incontro"

Ogni gioiello è un pezzo unico, immaginato, disegnato e realizzato con una lavorazione artistica e lenta, come del resto avviene per tutto ciò che ha valore. E’ un piccolo luogo delle meraviglie il laboratorio in cui crea Antonella Ferrara,  artigiana oleggese che da oltre trent’anni  ha fatto dell’incontro tra i metalli nobili e le gemme la cifra distintiva delle sue opere: “E’ un lavoro meraviglioso”.

La passione per le pietre

Antonella Ferrara ha avviato la sua bottega nel 1985 dopo un periodo di formazione artistica nell’atelier di scultura orafa dell’architetto e gemmologo Gilberto Minella di Milano. La sua passione per le pietre è nata in quegli anni ed è ancora vivissima, come raccontano le creazioni che nascono dalle mani di Ferrara. I suoi “Preziosi d’arte” sono gioielli creati in oro e argento con pietre naturali, perle, cristalli e gemme e vengono realizzati con le antiche tecniche orafe italiane, come la fusione a cera, sbalzo e cesello della lastra, incisione a bulino e smaltatura a fuoco. L’ispirazione arriva soprattutto dalla natura, dal mare come dalle foglie e dai fiori del suo giardino che prendono la forma di anelli, collane, bracciali, ciondoli, spille e orecchini. Talvolta misteriosi, con lati che si aprono nascondendo piccoli scomparti segreti o si scompongono creando un doppio monile e poi si riuniscono in uno solo, importante.

 “Ogni gioiello è un incontro – spiega l’artigiana orafa –. Nasce dal desiderio del cliente, che a volte arriva già con un suo disegno per un prezioso sognato da tempo, oppure da una mia idea che diventa un prezioso oggetto personale e inimitabile perché pensato e realizzato solo per quel destinatario. Ma ogni creazione rappresenta anche il fondersi di metalli nobili con le pietre e con una lavorazione speciale, che regala unicità. Ogni pezzo va ascoltato”.

Una bottega di sogni e premi

E proprio su questo ha puntato la sua attività Antonella Ferrara, fin dall’inizio: lavora in una vera bottega artigiana, senza vetrine, e solo per privati. Moltissimi clienti le sono rimasti fedeli negli anni e adesso tornano i loro figli o nipoti che hanno conservato quell’attenzione alla lavorazione artigianale, fatta a mano in ogni dettaglio. “Purtroppo anche nella gioielleria ora si punta tanto al brand e questo è molto condizionato dalla pubblicità e dalla moda che dà più peso al design rispetto alla lavorazione artistica, spinge sulla produzione seriale invece che sull’unicità – si rammarica Ferrara -. Prima c’erano entrambi gli elementi: fantasia e lavoro artigiano. Le nuove generazioni non sono interessate alla narrazione di quello che c’è dietro l’oggetto che possiedono e questo riguarda anche altri settori, come la sartoria. Ultimamente però sembra si stia rivalutando il processo creativo e questo mi conforta”.

Nei suoi anni di lavoro, Antonella Ferrara ha ottenuto il riconoscimento di Eccellenza Artigiana dalla Regione Piemonte (2001),  il premio di pubblico e critica del Concorso Jacopo da Trezzo con l’opera “Preziosa Cornucopia” e  il riconoscimento alla rassegna  “Un gioiello per EXPO 2015”. Di recente è stata candidata al premio MAM-Maestro d'Arte e Mestiere, ideato da Fondazione Cologni dei Mestieri , una sorta di Nobel dell’artigianato artistico.

"E' un lavoro meraviglioso, mi spiace che i giovani non lo scelgano"

“Io mi siedo al mio banchetto e le ore volano, non mi accorgo del tempo che passa – sorride Antonella -.  E’ impegnativo, lo so e mi spiace che pochi giovani  scelgano questa professione incantevole. Purtroppo non è stato trasmesso ai ragazzi il valore della creatività artigiana, le scuole specialistiche hanno chiuso e certe capacità non si tramandano più. Ho avuto la fortuna di lavorare in un periodo in cui non era necessario spiegare che bisogna mettersi all’ascolto di ogni pezzo, della sua storia e della sua unicità e ho tenuto  fede alla scelta di esprimere me stessa attraverso il mio lavoro, la filosofia di vita propria di chi svolge un  mestiere d’arte”.


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