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26 Ottobre 2020

Il lattoniere è un lavoro antico con un grande (ed ecologico) futuro

 Il lattoniere è un lavoro antico con un grande (ed ecologico) futuro

E’ un lavoro antico ma si prenota un ruolo da protagonista in un futuro più ecologico. Lo racconta Davide Titoli, 33 anni, giovane lattoniere a Piedimulera (Verbano Cusio Ossola) che segue la tradizione di famiglia dopo il diploma da perito aeronautico e l’avvio degli studi in ingegneria aerospaziale a Torino: “Ho capito che amavo questo lavoro e le potenzialità che offre, soprattutto sotto il profilo ambientale, ancora poco conosciute e considerate”.

 

L'avvio dell'impresa nel 1981

L’impresa Titoli apre nel 1981 grazie al padre Angelo, andato in pensione tre anni fa poco dopo l’arrivo di Davide, nel 2015. L’azienda si occupa di lattoneria, impianti termosanitari e di riscaldamento in abitazioni private, edifici pubblici e anche immobili storici come il santuario di Anzino e quello di Croppo. Sono stati i Titoli, infatti, ad occuparsi del recupero della copertura della chiesa risalente al 1617 che si trova nel comune di Ceppo Morelli, nel Verbano Cusio Ossola. Un forte vento, alla fine di dicembre del 2017, aveva abbattuto la cuspide e la croce del campanile e un successivo sopralluogo aveva rivelato la necessità di sostituire le lamiere di rame, da rifare nello stile originale come richiesto dalla Sovrintendenza.


L'incarico speciale al Santuario

“E’ stato realizzato tutto a mano – spiega Davide Titoli -. Abbiamo tagliato la lastra di rame ripiegandola poi con una forma ondulata che non offre appigli al vento per il sollevamento: in totale sono 900 metri lineari di materiale. Ogni dettaglio è stato eseguito con cura: le tegole sono state fissate con chiodi di rame, cinque per ciascuna dei 1100 elementi della cupola a cui è stato aggiunto il pennone con le due palle e la croce originale”.


Un lavoro moderno ed ecologico

Il restauro ha rinnovato una copertura vecchia di secoli perché questa è la durata del rame e qui sta la modernità del lavoro di lattoneria, con il rame appunto ma anche con le lamiere preverniciate: “Richiedono pochissima manutenzione e assicurano una funzionalità ottima per decenni e un’estetica di pregio con un indubbio vantaggio per l’ambiente perché si tratta di materiali ecologici e riciclabili – spiega Titoli -. Purtroppo quando si parla di lamiera si pensa a pezzi di scarsissima qualità mentre invece oggi si possono realizzare tetti belli e di valore, come andremo a fare nei prossimi mesi, ad esempio, nella villa di un architetto sul lago Maggiore. Anche i Comuni devono prenderne coscienza e adeguare le loro leggi che a volte vietano questo tipo di coperture”.

 

Studiava ingegneria aerospaziale: "Ma mi mancavano questo lavoro e le montagne"

Davide Titoli aveva scelto una carriera molto diversa: dopo il diploma di perito aeronautico al Fauser di Novara era stato chiamato per due stage alla società Agusta Westland e aveva deciso di continuare gli studi al Politecnico di Torino, in Ingegneria aerospaziale. “Ma da ragazzino ho sempre aiutato mio padre e il richiamo di questo lavoro e delle montagne ha vinto sulla prospettiva di un lavoro di ufficio – racconta -. Per fare il lattoniere bisogna saper utilizzare le mani ma anche la testa per curare i dettagli e trovare materiali innovativi e soluzioni originali, soprattutto quando si lavora su edifici di pregio. Oggi più che mai, vista l’emergenza climatica che stiamo vivendo”.
Lui si ritiene fortunato perché ha potuto imparare il mestiere “in casa”: “Mancano le scuole di formazione che preparino i lattonieri di domani – conclude -. Non ci si può improvvisare e per iniziare un’attività bisogna saper fare ma per una piccola azienda adesso è molto costoso assumere un giovane a cui insegnare. Chi eredita il mestiere dal padre, come me, riesce a portare avanti questo mestiere, gli altri purtroppo restano esclusi. Ed è un vero peccato per tutti”.


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