Vai al contenuto principale
31 Gennaio 2019

Fisioterapista e informatico si trasformano in mastri birrai alle "DiciottoZeroUno" (e conquistano il Belgio)

Fisioterapista e informatico si trasformano in mastri birrai alle "DiciottoZeroUno" (e conquistano il Belgio)

Il nome “DiciottoZeroUno”  racconta già parte della storia di questo birrificio artigianale: 18.01 è l’ora in cui si timbra il cartellino e si dà inizio alle attività fatte per piacere e non per dovere professionale. Così  è stato per Marco Bonfà, novarese di 38 anni, fisioterapista, e Davide Sica, di 36, consulente della società "Oracle" trasferitosi da Milano a Oleggio Castello, nel Novarese. Qui, in un cascinale che era la casa-vacanze della famiglia Sica, i due soci hanno creato un birrificio artigianale che nelle scorse settimane ha conquistato il Belgio con una birra belga ovvero ha vinto un premio con una Saison al prestigioso "Brussels Beer Challenge 2018".

Come si diventa mastro birraio
I titolari di “DiciottoZeroUno” si sono incontrati nel 2014: Davide aveva già avviato con un amico un piccolo impianto di produzione della birra a cui Marco si era rivolto. La conoscenza è diventata amicizia e poi collaborazione professionale, quando il fisioterapista è subentrato all’ex socio del consulente e insieme i due sono riusciti ad ampliare gli impianti e il numero delle bottiglie riempite. Nel 2018 hanno prodotto 550 ettolitri di birra di tredici tipi diversi con la propria etichetta oppure conto terzi (lo sorso anno il totale era di 100 ettolitri in meno) ma il loro potenziale è più che doppio e può arrivare fino a 1300 ettolitri.
Come nasce la voglia di diventare mastro birraio? “Abbiamo scoperto la birra artigianale tra amici  come succede per molti – racconta Marco -. Bevi un bicchiere della cosiddetta “gateway beer”, cioè la birra di passaggio dalla dimensione industriale a quella di nicchia, e ti si apre un mondo nuovo e meraviglioso.  Abbandoni  le etichette stranote  e vai alla ricerca delle produzioni più rare, poi ti viene il desiderio di cimentarti anche tu nella creazione della “tua” birra. E la passione cresce fino ad assorbire tutto il tempo libero e poi a conquistare anche una fetta di quello lavorativo”.

La produzione e i premi
La produzione artigianale rappresenta  circa il 3%  del mercato e deve fronteggiare lo  strapotere dei marchi industriali: “Le nostre birre sono più fragili perché non pastorizzate e non microfiltrate come le industriali e infatti adottiamo precauzioni anche per il trasporto  – raccontano Marco e Davide -. Ma sono prodotti completi, veri. Chi scopre una birra artigianale non può più tornare indietro”.
Hanno convinto anche gli 88 giudici internazionali del "Brussels Beer Challenge 2018" che in tre giorni hanno valutato oltre 1.500 birre provenienti da tutto il mondo: la loro Saison Ocra ha vinto la medaglia d'oro e il premio  "Rivelazione Internazionale” riservato a  chi ha ottenuto il punteggio migliore in assoluto. “Davide non ci credeva e ha voluto vedere il risultato scritto con una mail Pec - ride Marco -. In effetti siamo andati a vincere in Belgio con una tipologia di prodotto che rappresenta una loro tradizione. La Saison veniva distribuita per dare calorie durante l’inverno ai lavoratori stagionali dei campi. I contadini potevano berne fino a cinque litri al giorno”.

Biliardo e bottiglie
Da allora sono arrivati tanti ordini on line dal Belgio ma la Ocra si trova anche nello spaccio del “DiciottoZeroUno”, in un locale ricavato accanto all’ex stalla del cascinale di Oleggio Castello dove ora ci sono gli impianti del birrificio. Qui si trovano tutte le specialità con l’etichetta del birrificio, panettoni e salami alla birra e anche un tavolo da biliardo: “A Oleggio Castello non esistono tanti luoghi di ritrovo per i ragazzi – raccontano Marco e Davide - così li ospitiamo qui, a chiacchierare e a giocare a biliardo".


Galleria Fotografica


Torna alle storie