E’ un luogo accogliente e lontanissimo dai negozi impersonali delle catene di abiti ma pronto ad anticipare le tendenze più moderne, come ha sempre fatto nei suoi oltre 50 anni di lavoro. Il laboratorio di “Alta moda artigianale Anna Giroli” di Novara oggi si dedica alla sartoria con una sua collezione, esegue prototipi per le griffe e propone la rivisitazione dei capi a cui assicura una nuova vita, soprattutto le pellicce che le nonne tramandano alle nipoti: “E’ un ritorno agli abiti di qualità che piace alle ragazze, più sensibili ai principi etici, di riciclo e di eco-sostenibilità e stufe del consumismo indossa-e-getta” racconta Sabina Giroli, erede della prima titolare dell’atelier premiato per gli oltre cinquant'anni di adesione alla nostra associazione.
La passione di una giovane ragazza degli Anni Settanta
Quando apri la porta ed entri nell’atelier, senti il calore di uno spazio accogliente e raffinato, arredato con divani e tappeti per accomodarsi e scegliere i capi indossati dai manichini e appesi negli espositori. Anna Giroli, di professione sarta in un laboratorio, ha deciso di creare da sola la sua pellicceria nel 1974, in via Zandonai a Novara, nella stessa strada dove ancora si trova. Era affascinata dalla lavorazione delle pelli che conosceva tutte e aveva colto il nascere di una moda che si stava diffondendo: “Negli Anni Ottanta e Novanta per i diciott’anni di una ragazza si regalavano il gioiello o la pelliccia e per Natale le signore trovavano un capo prezioso sotto l’albero – ricordano Anna e la figlia Sabina Giroli -. A luglio-agosto preparavamo le pellicce per le feste e ci occupavamo della “manutenzione”: il nostro caveau è arrivato ad ospitare 1.500 capi, che venivano portati qui per la sicurezza contro i furti e per le riparazioni”.
L'arrivo di Sabina e una moda che cambia
Poi, a poco a poco, lo stile della società è cambiato e si è diffusa una nuova percezione: “La pelliccia ha smesso di essere uno status symbol ed è meglio così, è finita l’ostentazione del denaro che portava con sé quella considerazione” commenta Sabina Giroli, entrata in sartoria nel 1996 dopo gli studi di modellista e stilista al celebre Istituto Marangoni di Milano.In quegli anni di transizione, l’atelier Giroli ha anticipato le nuove tendenze che le griffe avrebbero lanciato dalle passerelle proponendo il mix di tessuto, maglieria e pellame con inserti di pelliccia eseguendo i prototipi per firme come Valentino, Fendi e Loro Piana; in anni più recenti ha puntato sul riuso del pezzo vintage. “Per creare capi nuovi si utilizzano pellami di animali allevati per l’alimentazione e pellicce certificate eticamente – spiega Giroli -. C’è una grande attenzione a questi aspetti, soprattutto da parte dei grandi stilisti”.
Una collezione propria e l'estro di ridare nuova vita ai capi vintage, sempre nel segno della qualità
Ma è sempre più importante e interessante il riutilizzo di quanto si trova negli armadi di famiglia. “Riceviamo tre generazioni di clienti: le ragazze vengono con la mamma e la nonna per rivisitare un abito o un capo spalla, di tessuto e naturalmente anche di pelliccia – continua Sabina Giroli -. Una pelliccia che esiste da decenni, non comporta un’azione sugli animali e si trasforma secondo i nuovi stili. Abbiamo cucito capi bellissimi riducendo le lunghezze, una volta importanti, e poi valorizzando i ritagli come inserti in altri abiti”.
A questa attività il laboratorio di “Alta moda artigianale Anna Giroli” aggiunge una collezione propria con cinquanta capi pronti estate-inverno, soprattutto cappotti, piumini e giacche, che esegue direttamente: “Creo pezzi unici, di qualità e in grado di durare nel tempo – racconta Sabina Giroli -. Un’alternativa al consumismo sfrenato nel vestire, che ha cominciato a deludere, in linea con il modo di pensare dei giovani, attenti all’aspetto etico ed ecosostenibile della vita”.