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07 Aprile 2021

Confartigianato: “Riaprire parrucchieri ed estetiste in zona rossa”

Confartigianato: “Riaprire parrucchieri ed estetiste in zona rossa”

Acconciatori ed estetiste: è allarme rosso. La denuncia arriva da Confartigianato Imprese Piemonte Orientale. mentre la petizione unitaria per chiedere l’apertura di acconciatori ed estetiste, veleggia verso quota 50mila adesioni.

“Siamo allo stremo” denunciano Gianni Torraco e Giulia Luan, rappresentanti di mestiere di Confartigianato per acconciatori ed estetiste “tenere chiusi i nostri saloni vuol dire per molti di noi la certezza di non riaprire più”.

“Abbiamo scritto ai prefetti di Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli per segnalare come il malumore e lo scoramento siano ormai a livelli di guardia “ spiega Amleto Impaloni, direttore di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale “A fronte di acconciatori ed estetiste chiuse, abbiamo rilevato assembramenti nelle attività commerciali aperte e tranquille scampagnate per la recente festività pasquali: chi lavora in sicurezza, come gli acconciatori e le estetiste, deve poterlo fare”.

“Da sempre lavoriamo in sicurezza, una soglia di guardia che abbiamo innalzato proprio per prevenire la pandemia, adeguandoci a rigidi protocolli di sicurezza che sono una garanzia per noi, i nostri collaboratori e la clientela: gel ,distanziamenti, dispositivi di protezione, appuntamenti scaglionati … insomma, se c’è un luogo sicuro questo è il laboratorio di un acconciatore o di una estetista” spiegano Luan e Torraco.

E mentre gli artigiani sono al limite, gli abusivi  … gongolano: nessuna protezione, lavoro a domicilio, nessun documento fiscale, nessuna qualifica, nessuna iscrizione in Camera di commercio, niente tasse. Per loro la chiusura degli artigiani veri è una vera benedizione.

“Per il tramite dei Prefetti chiediamo al Governo di intervenire, di riaprire i parrucchieri e le estetiste in zona rossa, non possiamo permettere che migliaia di aziende spariscano” denuncia Michele Giovanardi, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte orientale “non è solo una questione economica ma un vero allarme sociale, di tenuta delle nostre comunità”.