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20 Gennaio 2020

Confartigianato firma la petizione: "Servono strade sicure nel Vco, interventi non più rinviabili"

Confartigianato firma la petizione: "Servono strade sicure nel Vco, interventi non più rinviabili"

Le condizioni di sicurezza  dei lavoratori si garantiscono anche con una dotazione di infrastrutture adeguata e senza rischi per chi la percorre ogni giorno”: così il direttore di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale, Amleto Impaloni, commenta l’adesione alla petizione promossa dai frontalieri che sollecitano interventi strutturali e permanenti sulle strade statali 37 della Valle Vigezzo e 34 del Lago Maggiore.


Dopo l’ennesimo cedimento del manto stradale avvenuto il 17 dicembre 2019 a Ponte Ribellasca, ultimo di una lunga serie, i lavoratori e le imprese che ogni giorno viaggiano tra Italia e Svizzera hanno promosso una petizione che  sollecita misure finalmente permanenti di messa in sicurezza delle strade e una continua manutenzione ordinaria, una volta conclusi i lavori oltre a prevede cantieri che garantiscano il più possibile il passaggio di chi si sposta ogni giorno per lavoro. Si sottolinea inoltre che i valichi lungo le due strade statali sono essenziali per garantire l’afflusso turistico al nostro territorio.

La petizione, che è alla firma di altre associazioni datoriali e delle parti sociali, verrà inviata al Ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli, al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, al prefetto del Vco Olita Iginio e al presidente della Regio Insubrica Massimo Sertori.


Per Confartigianato Imprese Piemonte Orientale ha sottoscritto il documento il vicepresidente Maurizio Besana: “A causa dei cedimenti di versanti e carreggiate e della continua apertura e chiusura di cantieri, peraltro non risolutivi, troppo spesso i frontalieri si trovano a dover fare i conti con strade bloccate o percorribili solo in particolari orari che a volte non coincidono con quelli dei loro turni di lavoro. Questo rende molto complicata la semplice attività quotidiana di recarsi al lavoro e costringe i lavoratori a lungi e tortuosi percorsi alternativi”. “Gli interventi sono improcrastinabili – conclude Impaloni – e auspichiamo che le autorità prendano una posizione in tal senso, a cominciare dal prefetto. Ci aspettiamo al più presto una convocazione delle parti sociali e dei rappresentanti datoriali per discutere di questa non più rinviabile questione che attiene alla sicurezza  di tutti e  ha un risvolto sociale importante”.