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La sollecitazione alla riforme strutturali dell'economia; la nuova sede di Novara. (1980 - 1984)

1981 - Il Presidente Mario Galli con il Ministro delle Finanze ForteFoto archivio Confartigianato Novara Verbano Cusio Ossola

Il 15 gennaio 1980 giunge la notizia della scomparsa di Remo Zanetta, vinto dal male che lo ha costretto ad abbandonare la direzione dell'Unione Artigiani nel settembre 1979.

Ricordato come organizzatore instancabile, Zanetta ha dato molto all'Unione Artigiani sin da quando l'associazione ha mosso i primi passi.

Durante la sua attività professionale ha ricoperto importanti incarichi a livello provinciale, regionale e nazionale ed è stato membro della Commissione consultiva nazionale per gli affari economici, legali e tributari della Confartigianato.

Sicuramente molto a lui si deve se l'Unione ha raggiunto i livelli che tutti le riconoscono. Ma - nonostante la grave perdita e ricordando l'impegno costante che Remo Zanetta ha saputo profondere e trasmettere a tutti i collaboratori - l'attività sindacale prosegue.

Sempre in attesa di una legge quadro che riconosca anche la funzione educativa e di istruzione dell'impresa artigiana, nel maggio 1980 l'Unione Artigiani, in collaborazione con l'USSL 51 di Novara e la Regione Piemonte, organizza periodi di stage per ragazzi portatori di handicap.

L'aspetto educativo e terapeutico dell'iniziativa è di tutta evidenza: l'abituarsi ai tempi ed all'organizzazione del lavoro, rispettandone i ritmi, essere a contatto con persone, imparare a creare con le proprie mani risulta positivo per i ragazzi partecipanti.

L'approvazione della Legge quadro sull'artigianato nel 1985, norma corona anni di sforzi e di azione sindacale di Confartigianato e dell'Unione Artigiani.

L'inizio degli Anni Ottanta è caratterizzato da un rinnovato, presunto efficientismo in campo fiscale.

Nell'estate viene introdotta la ricevuta fiscale per i parrucchieri ed alcune altre categorie artigiane.

L'intenzione dell'Amministrazione pubblica è certo positiva: evitare il fenomeno dell'evasione fiscale.

Purtroppo, come sottolinea il direttore dell'Unione Artigiani Panarotto in una intervista al quotidiano La Stampa, l'iniziativa va ad incidere soltanto sugli artigiani in regola, senza colpire il sottobosco del lavoro abusivo.

Doppiolavoristi, presunti artigiani in nero lavorano senza pagare le tasse ed in concorrenza sleale con i veri artigiani.

Sul piano della contrattualistica sindacale, iniziano ad avanzarsi le proposte per l'estensione delle norme dello Statuto dei lavoratori anche alle piccole aziende artigiane, sino ad ora escluse.

Proprio nel 1980 Confartigianato, non sottoscrive i nuovi contratti di lavoro, orientati nel senso dell'accoglimento delle norme dello statuto dei lavoratori e delle norme contro i licenziamenti individuali.

In un intervento appassionato sul tema, il presidente Galli ricorda che le motivazioni che spinsero il legislatore a considerare esenti le aziende artigiane dalla normativa, in virtù delle particolari caratteristiche dimensionali ed operative delle aziende stesse, non sono venute meno, non hanno perso alcunché del loro valore.

Le posizioni dell'Unione Artigiani sono ribadite nel corso di un incontro con la stampa, durante il quale il direttore Panarotto afferma che è assolutamente infondato il timore che, dalla mancata sottoscrizione degli accordi possa, discendere un trattamento penalizzante per i lavoratori dipendenti delle imprese artigiane: Confartigianato -ha modo di spiegare Panarotto- si sta già adoperando per dare comunque applicazione, di fatto, in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, ai miglioramenti salariali e normativi contenuti nei contratti sottoscritti.

L'Unione Artigiani ritiene invece urgenti misure rivolte a riformare l'apprendistato, per avvicinare i giovani all'artigianato, e migliorare la formazione professionale. Galli avanza queste proposte direttamente al ministro del lavoro Forte nel corso di un incontro a Roma. Nell'ottobre 1980 un nuovo Ufficio va ad arricchire la struttura dell'Unione Artigiani: si tratta del Recapito di Gravellona Toce, in corso Roma 94, in posizione centrale e particolarmente favorevole per gli associati. Tra la primavera del 1980 e la primavera del 1981, l'Unione Artigiani perde i suoi due vicepresidenti.

Nel maggio 1980 scompare Fernando Sacco, Delegato della Sezione Alimentazione e membro della Giunta amministrativa. Nel marzo 1981 un nuovo lutto: in modo improvviso, senza che nulla facesse presagire la fine, scompare Ermanno Cancelliere, vicepresidente dell'associazione dal 1973 e Delegato della Sezione Sanitari dal 1972.

A sostituire Sacco e Cancelliere sono eletti Giovanni Varese, Delegato della Sezione Tessili, e Giuliano Nicola, Delegato della Sezione Edili e affini. Il 1981 è anche l'anno in cui il progetto di una nuova sede provinciale trova finalmente attuazione concreta con l'individuazione di una nuova struttura in via San Francesco d'Assisi 5/D, in quella che è ancora oggi la sede di Novara dell'Unione Artigiani.

Nei nuovi uffici sono accorpati la sede provinciale e il Centro elaborazione dati, prima distinti in due strutture separate in via Mario Greppi ed in corso Cavallotti. Poche settimane dopo l'annuncio del trasferimento nella nuova sede, l'11 e 12 luglio, si tiene a Stresa la 2a Conferenza regionale sull'artigianato, un appuntamento importante che serve a fare il punto sull'artigianato piemontese assieme all'Assessore regionale Marchesotti dopo le riflessioni e le proposte formulate dai quadri regionali di Confartigianato al primo Congresso regionale dei quadri dirigenti della Confartigianato piemontese, svoltosi a Torino il 14 giugno.

Ancora una volta l'accento cade sull'urgenza di una legge nazionale che valorizzi l'artigianato, ma anche la necessità di una nuova legislazione regionale in materia viene evidenziata all'assessore.

Da parte sua Marchesotti illustra l'attività della Regione che ha portato a riconoscere e valorizzare, attraverso un disegno di legge regionale, gli organi rappresentativi dell'artigianato. L'11 ottobre viene solennemente inaugurata la nuova sede provinciale di Via San Francesco d'Assisi a Novara.

A tagliare il tradizionale nastro tricolore è il presidente di Confartigianato Manlio Germozzi; sono presenti numerose autorità fra cui il ministro Franco Nicolazzi, in rappresentanza del Governo, mons. Brugo, in rappresentanza del Vescovo di Novara ed il sindaco di Novara Armando Riviera.

La nuova sede giunge in un momento in cui l'Unione Artigiani e tutta la Confartigianato sono particolarmente impegnate nell'attività di tutela e di promozione delle categorie artigiane: all'attività a livello provinciale, si affianca infatti anche quella sul piano nazionale ed europeo, con la presidenza -affidata a Germozzi- della Federazione internazionale Artigiani, dell'Unione europea artigianato delle piccole e medie imprese e dell'Unione artigianato della comunità economica europea.

Durante la cerimonia sono consegnati attestati di riconoscenza con medaglia d'oro ai dirigenti dell'Unione che ricoprono l'incarico da più di dieci anni: Mario Sommo, Ernesto Proverbio, Gian Pietro Vignano, Tiziano Bertolo, Giuliano Nicola, Giovanni Varese, Bernardino Carosi, Davide Ramoni. Un attestato particolare viene consegnato al presidente Mario Galli, mentre un attestato alla memoria viene attribuito anche a Fernando Sacco e Luciano Cancelliere, vicepresidenti dell'Unione, scomparsi nei mesi precedenti.

Mentre il 1981 finisce arriva la notizia che è stato approvato in sede di Commissione industria alla Camera dei deputati il testo della Legge quadro per l'artigianato.

E' un traguardo storico, perché arriva dopo anni di dure lotte.

All'interno del disegno di legge, che non ha ancora ottenuto il placet del Senato, sono contemplati alcuni punti fermi delle richieste confederali, in particolare il riconoscimento della "bottega scuola" e la qualifica di "maestro artigiano", aspetti che saranno destinati, purtroppo, ad essere ridimensionati nel testo definitivo.

Nel corso del 1982 la rete degli Uffici dell'Unione Artigiani conosce uno sviluppo importante: nuovi Uffici sono infatti aperti a Galliate, in via Mameli 1, viene trasferito l'Ufficio di Gravellona Toce da via Roma in corso Sempione 3, si apre un nuovo Recapito a Carpignano Sesia in via Cavour 17.

Si articolano anche le consulenze ed i servizi che l'Unione Artigiani fornisce ai propri associati attraverso l'erogazione di nuovi servizi finanziari e di assistenza urbanistica.

Nel 1982 viene dato impulso anche alla nascita del Gruppo Artigiani Anziani.

Già esistente a livello nazionale, il Gruppo trova una sua articolazione locale nell'anno dedicato alla valorizzazione del ruolo degli anziani nella società contemporanea con la proclamazione dell'Anno internazionale dell'anziano.

Grazie all'attività di Bernardino Carosi, il Gruppo prende corpo, promuovendo interessanti iniziative a vantaggio di tutti gli artigiani pensionati. Dopo l'Anno internazionale dell'anziano, su proposta di Germozzi, nella sua qualità di presidente dell'Unione europea dell'artigianato e delle piccole e medie imprese, la Comunità europea proclama il 1983 Anno europeo dell'Artigianato.

Tra le prime iniziative realizzate per celebrare degnamente la ricorrenza, l'Unione Artigiani propone un concorso rivolto alle scuole medie inferiori e superiori della provincia. Ai ragazzi delle classi terze delle scuole medie inferiori sono proposte ricerche sull'artigianato e la elaborazione di piccoli prodotti artigianali; ai ragazzi delle scuole medie superiori sono richieste fotografie in tema. Al concorso partecipano trenta scuole novaresi ed i lavori preparati dagli studenti sono esposti per due settimane nelle sale della Barriera Albertina di Novara, visitate da un numeroso pubblico.

L'Unione Artigiani partecipa anche all'8a edizione della Fiera Campionaria Città di Novara, allestendo un proprio stand. Viene anche bandito un concorso fotografico nazionale, dal titolo "Artigianato da non dimenticare", che raccoglie adesioni da tutta Italia.

Le fotografie inviate sono esposte in mostre che si tengono a Novara e Verbania e pubblicate in un elegante volume edito alla fine del 1984, in vista dei festeggiamenti per il quarantesimo anniversario della nascita dell'Unione Artigiani, previsti per l'anno successivo. Ma l'Anno europeo dell'Artigianato non prevede solo manifestazioni e iniziative culturali: il 1983 si apre con una azione di mobilitazione sindacale delle categorie artigiane.

Il 21 febbraio, infatti, Confartigianato indice in tutta Italia una giornata di protesta. I Dirigenti dell'Unione, il Presidente ed il Direttore incontrano il Prefetto e l'Intendente di finanza per sensibilizzarli sui problemi che le misure fiscali e i ritardi registrati nella definizione di alcuni aspetti sindacali -primo fra tutti l'apprendistato- hanno determinato sul comparto artigiano.

Il presidente Galli, nel corso dell'Assemblea generale di Confartigianato, sollecita direttamente il ministro delle finanze Francesco Forte affinché siano rapidamente realizzate semplificazioni per le ricevute fiscali cui gli artigiani sono soggetti.

Sul problema della definizione dell'apprendistato si torna nuovamente nel corso di un convegno organizzato a Verbania, nell'ambito della decima edizione della Rassegna Arti artigiane, promossa a Madonna di Campagna.

Le proposte avanzate dall'Unione Artigiani prevedono che il salario dell'apprendista sia dimezzato rispetto a quello dell'operaio specializzato, per evitare l'appiattimento a discapito della professionalità in un momento in cui la disoccupazione giovanile si sta facendo sentire e minaccia di diventare un grave problema. Apprendistato, ma soprattutto la reiterata richiesta di una rapida approvazione della legge quadro e una riforma del credito sono i temi dell'assemblea del 1983 dell'Unione Artigiani, dove viene proposta una modifica dei limiti di finanziamento agevolato per le imprese artigiane da parte della Regione.

Nell'anno viene approvata anche la riforma delle Casse Edili, con un accordo sottoscritto da Confartigianato, ANCE Confindustria e Casse Edili.

L'intesa riconosce il diritto di rappresentanza delle organizzazioni artigiane nel Comitato di gestione delle Casse e, in attuazione di questo accordo, un rappresentante dell'Unione Artigiani entra nel Comitato di gestione e nel Consiglio generale della Cassa Edile di Novara e del VCO.

In settembre, cambio di residenza anche per il Recapito di Cannobio dell'Unione Artigiani, spostato dagli uffici della Pro Cannobio in una nuova sede sempre in via Vittorio Veneto. Apertosi con una mobilitazione delle categorie artigiane, il 1983 si chiude con una grande manifestazione regionale che si svolge a Torino il 22 ottobre.

Quattromila artigiani si radunano al Teatro Alfieri per ricordare una volta ancora i problemi del settore.

Alla Regione gli artigiani chiedono una politica programmatica di sostegno, la riforma del credito regionale e una valutazione sulla costituzione di una Agenzia di sviluppo dell'Artigianato piemontese; al governo centrale sono avanzate la richiesta di una rapida approvazione della legge quadro, una riforma legislativa dell'apprendistato (separando le ore trascorse in azienda da quelle dedicate all'istruzione complementare ai fini contributivi, la possibilità di assumere come apprendisti giovani in possesso di attestati di studio conseguiti presso i circuiti nazionali e regionali al fine di poter completare, sia pure con un periodo di apprendistato più breve, il loro ciclo formativo), la riforma dell'Artigiancassa (per assicurare al settore un maggior volume di credito), la riforma delle pensioni (calcolata non più con il sistema contributivo ma in ragione di una percentuale del reddito annuo d'impresa), il varo di un piano sanitario nazionale che limiti i ticket e contempli provvedimenti per eliminare le sacche di evasione contributiva.

Tutte le rivendicazioni e le proposte avanzate dagli artigiani nel corso delle manifestazioni regionali del 1983 sono raccolte in un documento riassuntivo, approvato dalla Federazione regionale dell'artigianato piemontese e trasmesso alla Regione, alle Amministrazioni locali ed alle forze politiche ed economiche presenti in Piemonte.

Il 1983, anno europeo dell'artigianato, è anche proclamato Anno Santo dalla Chiesa Cattolica. Per la chiusura delle celebrazioni, una delegazione dell'Unione Artigiani, in ottobre, si reca in visita in Vaticano.

Con il nuovo anno arriva una buona notizia: l'abolizione della ricevuta fiscale per i parrucchieri da uomo, secondo quanto richiesto dall'Unione Artigiani per una sempre maggiore semplificazione delle procedure amministrative.

L'Unione avanza subito una richiesta affinché l'esonero venga esteso a tutte le categorie artigiane soggette, mentre la normativa in materia di rapporti di lavoro viene analizzata nel corso di un convegno promosso in maggio dall'Unione Artigiani e al quale partecipano i pretori della provincia, le associazioni di categoria, i rappresentanti delle istituzioni.

Ospite di rilievo il ministro degli interni Oscar Luigi Scalfaro.

Dopo pochi mesi è la mobilitazione contro i provvedimenti del pacchetto Visentini a chiamare gli artigiani in una serie di manifestazioni a Novara e nella grande manifestazione nazionale di Roma contro disposizioni legislative che, per il carattere induttivo che ricoprono, sono considerate demagogiche ed arbitrarie.

Lo slogan di quella manifestazione è "Reprimere l'evasione, non sopprimere l'impresa"; in molti cartelli portati dai manifestanti spicca anche l'ironica invettiva: "Visentini lascia stare gli imbianchini".

L'anno che vede celebrarsi il quarantesimo anniversario della costituzione delll'Unione Artigiani (celebrazioni che si tengono al Palazzo dei Congressi di Stresa) è anche l'anno dell'approvazione della Legge 443 dell' 8 agosto 1985, meglio conosciuta come Legge quadro sull'artigianato. Con questa legge l'artigianato volta pagina.

Lo sbocco di quindici anni di impegno e di lavoro della Confartigianato porta a sostituire la vecchia legge in materia (la Legge 860 del 1956) ormai obsoleta e ad enunciare i principi ai quali le Regioni dovranno fare riferimento nell'emanare le loro leggi in materia di artigianato.

Nella norma sono accolti importanti principi fermamente difesi da Confartigianato, quali la definizione giuridica dell'imprenditore artigiano, l'ampliamento dei limiti dimensionali delle imprese conformi alle esigenze occupazionali del settore e coerentemente con i suoi caratteri tradizionali, l'obbligatorietà dell'iscrizione all'Albo provinciale e la sua efficacia costitutiva della qualifica artigiana, l'istituzionalizzazione della bottega scuola attraverso un riconoscimento formale della rilevanza delle imprese a concorrere alle funzioni relative all'istruzione artigiana.

Importante anche quanto previsto in materia di qualificazione professionale, e cioé che nell'esercizio di particolari attività che richiedono una peculiare preparazione ed implicano responsabilità a tutela e garanzia degli utenti, l'imprenditore debba essere in possesso di requisiti tecnico professionali previsti da leggi statali.

Il 40mo anniversario della costituzione dell'Unione Artigiani viene salutato con la pubblicazione di un libro fotografico sull'artigianato, "Artigianato da non dimenticare", e dalla manifestazione di Stresa -che vede la partecipazione di numerose autorità politiche e religiose, fra cui il ministro dell'interno Oscar Luigi Scalfaro ed il vescovo di Novara mons. Aldo Del Monte- ma soprattutto diventa l'occasione per evidenziare alla forze politiche e sociali la nuova fase in cui l'artigianato è entrato: l'artigianato del futuro, un modo moderno di intendere l'imprenditoria e di guardare al duemila.

Sotto il profilo culturale si vogliono porre con forza le nuove sfide ed i nuovi traguardi cui l'artigianato deve tendere nell'ultimo scorcio di secolo.

Dopo la dispersione e la sfiducia degli Anni Cinquanta, quando molti consideravano l'artigianato solo sopravvivenza retorica più che una realtà economica e sociale, o dopo la rivoluzione industriale e quella filosofica, condotte all'insegna dello spreco (tutto fatto in serie, tutto da usare e da buttare) che, soprattutto negli Anni Sessanta e Settanta, ha segnato la nostra società, quando spesso l'artigianato sembrava destinato a soccombere, negli Anni Ottanta l'artigianato si pone come forza viva e fertile, capace di attrarre i giovani, offrire occasioni di lavoro e di crescita professionale, rinnovandosi ed adattandosi alle nuove forme della società.